L’insonnia è un problema sempre più diffuso che attualmente riguarda circa il 45% della popolazione. Ma perché non riusciamo ad addormentarci?
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Perché non riusciamo ad addormentarci?
L’insonnia è un problema sempre più diffuso che attualmente riguarda circa il 45% della popolazione.
Ma cosa succede nella nostra mente quando è il momento di andare a dormire e non riusciamo ad addormentarci?
Nella maggior parte dei casi è il nostro modo di approcciarci all'insonnia che causa l’insonnia stessa.
E se nemmeno stasera riuscissi a dormire?
In che senso?
Dopo una occasionale notte insonne dovuta a motivi di stress, ansia, lutti, problemi di salute, problemi economici o preoccupazioni legate al lavoro, alla scuola, alla coppia, alla famiglia, etc…, in prossimità dell’ora in cui abitualmente si va a dormire, si accendono nel nostro cervello dei pensieri preoccupanti riguardo all’insonnia (“e se nemmeno stasera riuscissi a dormire?”, “non ci vorrebbe proprio un’altra nottata in bianco!”, “devo assolutamente riuscire a dormire”, “domani ho una giornata impegnativa, non posso permettermi di non dormire”) che hanno due conseguenze molto negative:
- da una parte tutta la nostra attenzione si sposta sul riuscire o meno a dormire, per cui ci si “sforza” di dormire con il risultato paradossale di rimanere sveglio in quanto il sonno è per definizione spontaneo e non a comando;
- dall'altra parte la preoccupazione di non riuscire a dormire e il ricordo delle notti precedenti passate insonni causano un’eccessiva agitazione interna che impedisce il rilassamento fisico e psichico necessario per dormire.
Si stima che oltre 9 milioni di italiani soffrono di insonnia cronica e oltre il 45% della popolazione soffre di insonnia acuta o transitoria. Secondo un sondaggio dell’Eurodap, Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico (condotto su un campione di 900 persone), sette italiani su dieci manifestano disturbi del sonno, quattro su dieci hanno difficoltà ad addormentarsi. Tre su dieci hanno diversi risvegli durante la notte e due su dieci si svegliano sempre molto prima della sveglia.
Le cattive abitudini legate al sonno
Inoltre un altro grande problema è legato alle cosiddette abitudini legate al sonno e al momento dell’addormentamento. Per una serie di associazioni interne, mentre la persona che dorme normalmente associa, appunto, le abitudini pre-sonno (lavarsi, spegnere le luci, etc…) e le caratteristiche della propria stanza da letto ad uno stato di rilassamento che li predispone e li induce al sonno.
Le persone che soffrono di insonnia associano la stanza da letto con il terrore di non dormire.
Anche le nostre abitudini quotidiane possono disturbare il sonno, in particolare l’utilizzo eccessivo in serata di schermi luminosi come tv, pc, tablet e smartphone. La loro luce ritarda il rilascio di melatonina, rendendo molto difficile il momento dell’addormentamento.
L’insonnia inoltre è una caratteristica quasi sempre presente in alcuni disturbi psicologici come la Depressione e l’Ansia.
Quali sono le conseguenze?
Le conseguenze dell’insonnia sono piuttosto gravi da un punto di vista del benessere non solo psicologico ma anche e soprattutto fisico, inoltre compromettono fortemente la vita di chi ne soffre: aumentano in modo esponenziale le difficoltà legate all'attenzione, alla concentrazione, alla memoria, così come la possibilità di sviluppare malattie cardiache, respiratorie, neurologiche, etc…
Insonnia e Paranoia
Tra le varie conseguenze della deprivazione del sonno troviamo anche la paranoia, un peculiare modo di usare il pensiero, uno sforzo mentale teso a immaginare tutte le possibili intenzioni malevole degli altri, che può sfociare anche in forme molto gravi di delirio persecutorio.
Dormire male ci porta a pensare male e soprattutto a costruire riflessioni paranoiche, talvolta irrealistiche, che possono avere come lo spiacevole effetto di rovinare le nostre relazioni sociali
La psicoterapia cognitivo-comportamentale
La psicoterapia cognitivo-comportamentale si è rivelata la più efficace nell’intervento sui disturbi del sonno: essa consiste essenzialmente in una psicoeducazione, in un rafforzamento delle associazioni tra il letto e il momento di andare a dormire e in una ristrutturazione dei pensieri disfunzionali legati al sonno.
Il trattamento dell’insonnia ha come obiettivo primario quello di migliorare la qualità e la quantità del sonno e i sintomi diurni correlati al disturbo.
Inoltre, un recente studio ha dimostrato che la pratica della Mindfulness, una forma di meditazione di consapevolezza la cui efficacia su diversi disturbi è ormai dimostrata, ha un ruolo importante nel prevenire e risolvere i problemi del sonno e per evitare che si presentino conseguenze nella vita di tutti i giorni.